Nuova doccia gelata per i pensionati di domani: ecco quando potranno smettere di lavorare secondo le nuove stime dell’Inps.
Come molti di noi già sanno, attualmente il requisito generale per andare in pensione di vecchiaia è 67 anni di età e 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata occorrono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma per i trentenni di oggi la musica è destinata a cambiare. A rivelarlo è la stessa Inps.
L’Inps ha recentemente aggiornamento il simulatore pensionistico PensAMi, che permette al contribuente di effettuare proiezioni sulla propria situazione previdenziale tenendo conto dei cosiddetti scatti sulle aspettative di vita. E per le nuove generazioni di lavoratori purtroppo non c’è nulla da festeggiare. Ecco quando potranno iniziare a percepire il sospirato assegno pensionistico.
Secondo le nuove stime, la vita lavorativa si allungherà fin quasi a 70 anni per le nuove generazioni. In altre parole, un lavoratore di 30 anni entrato nel mondo del lavoro a 25 dovrà faticare fino a 69 anni e 10 mesi prima di poter raggiungere il traguardo della pensione di vecchiaia: ben quasi tre anni più tardi rispetto all’attuale requisito. Ma il 25enne che inizia oggi la sua carriera lavorativa supererà ampiamente la “soglia psicologica” dei 70 anni…
Purtroppo l’età di uscita dal mondo del lavoro è destinata a spostarsi sempre più in avanti, complice il progressivo invecchiamento della popolazione e l’esigenza di garantire la sostenibilità dei conti pubblici.
L’aggiornamento del simulatore INPS – uno strumento online che si può utilizzare per simulare diversi scenari previdenziali – riflette le ultime novità legislative in materia di pensioni, come comunicato dallo stesso Istituto con il Messaggio 2180/2024. In particolare, il calcolo aggiornato tiene conto degli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita sulla base dello scenario demografico ISTAT mediano.
Il servizio in questione non richiede autenticazione, in quanto non si basa sui dati specifici del contribuente: basta indicare l’età anagrafica, gli anni di contribuzione, la gestione di appartenenza, l’eventuale riscatto della laurea o del servizio militare e altre informazione di carattere generale.
Per molti di noi non sarà una piacevole scoperta, anche perché le pensioni di domani saranno in ogni caso molto più misere di quelle di oggi. Ma è sempre meglio sapere per tempo dove si va a parare, anche per adottare tutte le misure cautelative del caso (vedi alla voce pensione integrativa).
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