Carenza di antibiotici, raddoppio delle infezioni: è allarme per la diffusione dello streptococco tra i più piccoli.
La parola circola come un tormentone negli ambulatori pediatrici, nelle farmacie e in tutte le case in cui sono presenti dei bambini. L’estate 2024 si è aperta sul versante sanitario all’insegna dell’allarme “streptococco”, in crescente diffusione nonostante le scuole siano ormai chiuse. Con la carenza di alcuni antibiotici che sta creando una vera e propria ondata di panico. Ecco le istruzioni per affrontare l’emergenza.
Alcune regioni – vedi l’Emilia Romagna e la Lombardia – hanno già fatto scattare l’allerta rossa. A Como, tanto per rendere l’idea, in certe farmacie si dispensano antibiotici anche in forma sfusa per ottimizzarne la limitata disponibilità. Mentre in ambito europeo si lavora per monitorare le carenze di medicinali negli Stati membri. Un fenomeno ulteriormente acuito dell’attuale situazione internazionale, con la catena logistica fortemente condizionata da guerre e conflitti vari. Nel frattempo, come gestire il problema?
Il piano B per l’allarme streptococco
A stemperare i toni allarmistici arrivano le dichiarazioni dei rappresentanti dei farmacisti, secondo cui le scorte di farmaci equivalenti sono sufficienti per far fronte alla domanda, mentre l’Europa già in passato ha consigliato di ricorrere alle formulazioni galeniche, cioè ai medicinali “alternativi” preparati autonomamente dal farmacista.
A destare preoccupazione è soprattutto la carenza di amoxicillina, l’antibiotico principale per lo streptococco, indicato solitamente come il farmaco di prima scelta per l’età pediatrica. Ma il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, ricorda che il farmaco equivalente ha le stesse caratteristiche farmacologiche e terapeutiche di quello di marca e rispetta i tre requisiti fondamentali per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio: qualità, sicurezza ed efficacia. E presenta anche il vantaggio del costo minore.
Lo streptococco, vale la pena di ricordarlo, è un batterio comune che può causare diverse infezioni: le più frequenti nei bambini si manifestano sotto forma di faringiti e tonsilliti. Ma lo Streptococcus Pyogenes (Sbea) può anche determinare nei soggetti colpiti la glomerulonefrite acuta (Apsgn), una condizione che può portare allo sviluppo della malattia renale cronica.
In questo senso, i dati che sono stati diffusi in occasione dell’ultimo congresso della Società Italiana di Nefralogia Pediatrica (Sinepe) confermano la serietà del problema: nell’ultimo anno i casi sono addirittura raddoppiati.